Bambini bilingue: è giusto mandare al nido internazionale?

Per me è stata una scelta obbligata essendomi trasferita all’estero, ma spesso ho sentito mamme in Italia che ragionavano se fosse il caso far crescere i bambini bilingue.

bambini bilingue

E’ innegabile il vantaggio di un bambino che cresce imparando in contemporanea due lingue, ma i dubbi sono comunque tanti.

Il mio Cigolo è arrivato a Praga a 10 mesi, praticamente il momento migliore, considerando che a questa età devono ancora imparare ogni cosa.

Sicuramente se mi fossi trovata in Italia non avrei mai pensato ad un nido inglese. Si inizia solo ora a riflettere sulla possibilità di mandare alle elementari, quindi a sei anni, in una scuola internazionale, con l’obbligo anche di pagare un bel pò dato che in Italia una scuola internazionale ha anche un costo notevole, l’asilo e ancor meno il nido in inglese non è proprio una possibilità contemplata.

I vantaggi sono comunque innegabili. Un bambino in questo modo cresce imparando contemporaneamente due lingue e si evità di far due volte la fatica di iniziare a parlare .

I dubbi che invece sorgono sono soprattutto relativi alla confusione che si può creare nella testa del bambino.

bambini bilingue

Tutti mi dicono che non devo preoccuparmi, ma resta il fatto che il piccolo Cigolo sta cercando di imparare ad associare contemporaneamente due parole per ogni oggetto, e questo al momento significa che oltre ad urlare ci onora con una sola parola: Papà (non di certo mamma che si rifiuta categoricamente di ripetere chiamando anche la sottoscritta papà…o al max  Tatta).

Secondo la direttrice della scuola Valerio ci metterà solo un pò di pià per iniziare a parlare, ma poi riuscirò tranquillamente ad esprimersi distinguendo i due linguaggi. Per la sottoscritta invece una sola raccomandazione: “Parlare esclusivamente in italiano”.

Questo per il bambino significa per il bambino distinguere le due lingue per ambienti.

Gli studi sulla questione bilinguismo infantile sono molti, anche stimolati dalla paura scatenata nei genitori immigrati in paesi stranieri della fatica nei piccoli del mantenimento di due lingue.

In realtà, come affermano molti studiosi, si sa che le possibilità del cervello umano sono solo in parte sfruttate dall’uomo comune, quindi perché un bambino dovrebbe faticare a memorizzare e mantenere due diverse lingue?

Le difficoltà maggiori secondo questi studi riguardano:

  • ritardi nel linguaggio dovuti al fatto che il bambino deve incamerare il doppio delle parole di un bambino con una sola lingua.
  • confusione tra le lingue

Per gli studiosi comunque questi piccoli “disturbi” riguardano il normale sviluppo linguistico dei bambini ed il tempo tende a farli superare.

E’ sicuro che lo sviluppo delle lingue non sarà mai allo stesso livello, anche perché il bambino tenderà ad avere molto tempo con bambini che parlano la lingua del paese ospitante e molto meno con i genitori e con la lingua di origine.

Questi studi evidenziano comunque, oltre le difficoltà, anche moltissimi vantaggi che personalmente mi sembrano decisamente apprezzabili.

Oltre all’innegabie vantaggio di avere in futuro numerose opportunità derivanti dalla conoscenza di più lingue, lo studio di più lingue ha rilevato una apertura mentale straordinaria nei bambini bilingue maggiormente propensi anche all’accettazione “del diverso” e “dello straniero”.

bambini bilingue

Ciò che quindi ho appreso studiando il fenomeno è stato questo:

1- Iniziare presto è estremamente importante. Aspettare che una lingua venga memorizzata per poi passare alla seconda non è sempre la scelta migliore dato che molti bambini rifiutano la seconda lingua, oppure si crea di nuovo confusione nel momento in cui finalmente con l’apprendimento della prima lingua si era arrivati ad un certo ordine. Ecco allora che partire dal nido con l’insegnamento non è poi una scelta tanto sbagliata.

2- Il bambino deve mantenere le lingue separate. Parlare con il bambino utilizzando in contemporanea due lingue, anche quando le conosciamo, non è la cosa migliore da fare. Uno dei risultati del non mantenere le lingue separate può essere anche un problema di balbuzie o il rifiuto di parlare.

3- E’ normale che il bambino inizi a parlare più tardi. Il ritardo è solo provvisorio e crescendo il fenomeno sarà impercettibile.

4- Come il ritardo anche la confusione tra le lingue è un fenomeno temporaneo. Questa fase viene superata naturalmente man mano che aumentano le proprietà linguistiche delle due lingue aumentano. La separazione tra i due sistemi linguistici avviene in media tra i 2 e 3 anni di età.

Per concludere quindi, bisogna dirlo, oltre l’innegabile vantaggio della conoscenza, e indipendentemente anche dal livello di questa conoscenza, non c’è dubbio che l’apertura mentale del bimbo sarà un qualcosa che lo segnerà e aiuterà per tutta la vita, vale di certo le piccole difficoltà momentanee.

Insomma Cigolo questo è il regalo più importante di mamma e papà da quando sei nato.


4 risposte a "Bambini bilingue: è giusto mandare al nido internazionale?"

  1. Mi ha fatto tanto sorridere questo tuo post, e ci sono verità innegabili per quelle mamme che l’hanno sperimentato, come quando dici che non parla e che dice solo “papà ” chiamando così anche me che sono la sua mamma. Il mio bimbo ha 20 mesi e capisce sia me che il padre che è spagnolo( ovviamente però non parla!) Ora però siamo in Cina e l’ho iscritto ad un kindergarten internazionale dove parlano cinese e imparano l’inglese…. spero che non avrà grandi problemi, quello che mi preoccupa di più è l inserimento, perché il mio bambino è un misto afro-italiano e in Cina ci sono rari casi quindi alcuni bimbi tendono ad escluderlo 😦

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    1. Claudia sicuramente il tuo esempio è molto più complicato del mio. Cigolo ha entrambe i genitori italiani quindi a casa sente una lingua sola, a scuola parlano solo inglese, ma i bambini sono russi o cechi… o francesi o inglesi… quindi credo che in qualche modo ci sia un gran caos. Spero che il tuo piccolo non soffra problemi di emarginazione, ma in Cina a pensarci bene qualunque occidentale sarebbe diverso… è un rischio che si corre ovunque si vada al di fuori dei propri confini. Fammi sapere come vanno le cose… il mio nano ha iniziato da poco a pronunciare qualche parola e a dire il vero non capisco bene in quale lingua sia 🙂

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